Della Pubblicità

Mi scuso coi miei lettori abituali per il fatto di scrivere con scarsa frequenza, ho preso casa, ho dovuto arredarla da zero e a montare quei maledetti mobili dell’IKEA ci vuole tempo e pazienza… Dettagli in un prossimo post.

Da qualche settimana sto uscendo con una ragazza che lavora in una agenzia pubblicitaria. Una volta, a cena, ho tirato fuori il discorso della pubblicità e da lì mi sono fatto uno dei miei soliti viaggi, ricordandomi tralaltro di una discussione avuta col mio capo sullo stesso argomento, nel quale mi trovo fondamentalmente daccordo con lui (non legge quindi questa non conta come una leccata di culo).

Comunque il discorso è che la gente sottovaluta la pubblicità. La vediamo ovunque, la ascoltiamo, ce la propinano sotto ogni forma possibile. Oggi ho comprato la carta asciugatutto più economica dell’Esselunga, aveva stampata sopra della pubblicità. E’ una parte normale del nostro modo di vivere abituale, ma è una cosa semplicemente sbagliata.

Una vecchia pubblicità che mi fa ancora ridere.

La pubblicità nasce dal desiderio delle aziende di vendere più prodotti, e quindi aumentare il proprio fatturato, usando tecniche specializzate per farci acquistare quello che vogliono loro indipendentemente dalla qualità o rapporto qualità/prezzo del prodotto che l’azienda produce. E’ un po’ come un transessuale che si spaccia per donna, solo che quando acquisti un prodotto pubblicizzato e ti rendi conto che non è un granchè te ne freghi, se finisci, per sbaglio a letto con un trans, scleri di brutto, perchè ti ha ingannato, la consideri una truffa.

Ma il principio è lo stesso… usare delle tecniche come, per esempio, fare vedere che chi usa quel prodotto è felice, bello, giovane, intelligente, attraente.

E non è finita qui. Noi la paghiamo cara la pubblicità. Ci sembra gratis ma non lo è affatto. La paghiamo, tutti noi consumatori, quando andiamo a fare la spesa ed acquistiamo un prodotto che si è pubblicizzato in quanto nel costo di questo prodotto finale, che noi vediamo sugli scaffali è presenta una piccola percentuale a coprire le spese pubblicitarie che il produttore ha dovuto affrontare. Quando compriamo una cosa, noi stiamo pagando non solo il prodotto e l’utile al produttore ma anche la pubblicità del prodotto.

Ci dà cose gratis? Le reti televisive private in chiaro, diversi servizi web tipo gmail, a noi sembrano gratis e loro possono vivere solo grazie alla pubblicità. Non sono gratis. Noi li paghiamo e li paghiamo anche profumatamente. Difficile fare delle stime… ma se potessi scegliere se pagare mediaset un canone di 300 euro all’anno per averla senza pubblicità lo farei, e badate bene, io non guardo la televisione, ma sono convinto che risparmierei. Risparmierei perchè quei prodotti che ora spendono a fare pubblicità su mediaset non potrebbero più farlo, scendono le spese, scende il prezzo del prodotto finale, ed ecco che a me costa di meno. Fatelo per la maggior parte dei prodotti che vengono acquistati nei vari supermercati nel corso dell’anno ed ecco che pagate meno la spesa. Risultato, spendere 300 euro per risparmiare.

E’ vero, l’unica cosa che posso riconoscere alla pubblicità è il fatto che può essere ritenuta una forma d’arte. Rimane una forma d’arte che non nasce per essere arte ma nasce per ingannare il consumatore e fargli spendere più soldi, senza aggiungere niente al valore del prodotto.

Per approfodire [1]

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